“Salvai monache e frati dal rogo del ribelle/Ma l’ONU se ne frega se brucia la mia pelle. Se la mia pelle brucia è perché son mercenario/e il Papa se ne frega e sgrana il suo rosario” cantava il Bagaglino a metà degli Anni Sessanta. La rassegna di Pierfrancesco Pingitore e di Raffaele della Bona era nota per i contenuti di forte satira e critica sociale. E canzoni come Il Mercenario di Lucera figuravano quale allegoria del guanto di sfida lanciato alla società italiana del tempo, mondo piccolo borghese in equilibrio tra il benessere del boom e l’imminente stagione della Contestazione sessantottina che avrebbe cambiato quel mondo per sempre.
La prima metà degli Anni Sessanta fu l’epoca d’oro dei mercenari, ex ufficiali e soldati belgi, britannici, francesi che, deposta l’uniforme degli eserciti di apparteneneza, arruolava compagnie di combattenti pronte ad intervenire nei conflitti che insanguinavano l’Africa della decolonizzazione.
Con l’occhio di oggi è facile comprendere come la causa di quei mercenari, una continuazione europea in Africa, fosse già allora stantìa e obsoleta. Loro malgrado, i mercenari del Congo furono gli anti eroi di un mondo in veloce trasformazione, l’ultima linea di difesa di imperi coloniali dapprima idolatrati da politici e popoli, poi rapidamente dimenticati ed accantonati. Un fascino “maledetto” che finì per conquistare avventurieri lanciati conquistati da nomi e luoghi esotici, in un'epoca in cui internet non c'era e le foto delle riviste e dei giornali accendevano sogni ed entusiasmi. Come fu, forse, per il mercenario pugliese.
La millenaria storia della guerra di ventura è stata celebrata da canzoni, dipinti, letteratura, cinema. E come potrebbe essere diverso: il combattente irregolare, senza patria né bandiera, che si batte per appagare il suo desiderio di bottino o per inseguire sogni e glorie sui campi di battaglia.
Figura romantica e maledetta, odiosa e di incredibile fascino analizzata dal diplomatico e saggista Domenico Vecchioni nel suo Mercenari. Il mestiere della guerra dall’antica Grecia al Gruppo Wagner (Ed. DIARKOS, 2024), ultimo di una lunga serie di lavori dedicati a pagine ed episodi della storia, remota e prossima: traditori, spie, operazioni d’intelligence, Legione straniera.