BARBIE ERA IN ORIGINE UNA PROSTITUTA, MISA URBANO LO RACCONTA - Fatti Italiani
8 Febbraio 2024

L'idea del libro nasce l'estate scorsa, sull'onda del successo del film di Greta Gerwing e su proposta della casa editrice Diarkos. La giornalista, conduttrice radiofonica e ora anche scrittrice, qui al suo esordio, Misa Urbano si è incuriosita del progetto quando ha scoperto che la prima bambola, in realtà, rappresentava una prostituta tedesca del secondo dopoguerra ed era nata come giocattolo sessualmente allusivo per gli uomini. <<Volevo capire come Barbie fosse passata da quella rappresentazione a gioco per le bambine. Ci ho messo qualche giorno per accettare la proposta perché il tempo a disposizione per la consegna era poco ed ero un po' spaventata, poi ho capito che avrei dovuto almeno provarci…>> afferma la Urbano. Così è nato Barbie. Da bambola a icona: la favola della mitica e discussa fashion doll, divertentissimo saggio, ben condotto, sul feticcio più bramato, discusso e indagato della contemporaneità.  

In che modo hai lavorato per scriverlo?

Ho iniziato facendo ricerche su riviste e biblioteche statunitensi per trovare informazioni, testimonianze, articoli e interviste sulle origini della bambola e sui fondatori della Mattel, dedicando la prima parte del libro al processo industriale di creazione di Barbie. Nella seconda parte invece ho scelto di concentrarmi sulle tante analisi e ricerche scientifiche che hanno riguardato la bambola, dai primi anni di enorme successo alle critiche degli ultimi decenni.

La cosa più sorprendente che tu abbia appreso?

Ho trovato molto interessante il processo innovativo che ha portato alla produzione della bambola e che ha coinvolto professionisti diversi come ingegneri, designer e stilisti. Tutti quelli che hanno contribuito alla creazione di Barbie hanno dovuto cimentarsi con qualcosa di nuovo ed estremamente sfidante. Mi sono divertita molto a scoprire come gli uomini chiamati a creare la prima Barbie abbiano affrontato il problema dei suoi capezzoli e di come in seguito, hanno risolto il problema del pene di Ken per evitare che le bambine corressero a spogliare i bambolotti per scoprire cosa ci fosse sotto i pantaloni.

Soddisfatta dell’esito finale?

Si può sempre fare meglio ma sono abbastanza soddisfatta del risultato. Credo di essere riuscita a sintetizzare sia la storia della nascita di Barbie che i diversi punti di vista espressi in merito alla sua influenza.

Molti considerano che non sia un buon modello per le bambine?

Lo penso anch'io ed è stato dimostrato ampiamente da diversi studi scientifici. Ci sono due problemi: il primo riguarda l'aspetto fisico della bambola, dalle sue forme irreali al fatto che, nonostante i vari tentativi inclusivi e di diversificazione della Mattel, quella ritenuta la vera Barbie e dunque il modello dominante e più desiderabile sia, e sarà sempre, la bionda perfetta con gli occhi azzurri. L'altro riguarda il consumismo estremo e la frivolezza di cui è in qualche modo testimonial. Attenzione però, perché non si possono dare ad un giocattolo responsabilità maggiori di quelle che si danno alle istituzioni culturali di un Paese. Barbie non è un'aliena finita per sbaglio sulla Terra, è la rappresentazione di alcuni temi non risolti e tutt'oggi problematici, ma non la loro causa.

Ti consentivano di giocarci da piccola?

Se l'avessi desiderato, sì! All'epoca in Italia non c'era ancora stata una riflessione sugli aspetti negativi della bambola. La realtà però è che non ne sono mai stata affascinata, mi annoiava doverla pettinare e vestire. Non mi interessava assolutamente, mi divertivano molto di più giocattoli considerati da maschi, fare sport o giocare con il mio cane. Ero una di quelle bambine che preferivano maltrattare le Barbie delle amiche, piuttosto che giocarci.

Ma per molti è diventata simbolo del femminismo. Per te dov’è la verità?

Non credo assolutamente che oggi lo sia. Nel 1959, all'epoca del suo lancio, poteva anche dare alle bambine, che nella maggior parte dei casi erano destinate a diventare solo mogli e madri, l'idea che un altro futuro fosse possibile. Sappiamo però che c'è voluto ben altro per permettere alle donne di emanciparsi dai ruoli a cui erano costrette. Oggi, con una ricca disponibilità di studi di genere a disposizione di chiunque abbia voglia di approfondire e con una sensibilità generale diversa su temi legati al patriarcato, mi sembra davvero difficile pensare alla Barbie come simbolo del femminismo.

La perfezione e la levigatezza della Barbie può far sentire molte escluse…

Questa considerazione è una delle principali problematiche che la Mattel si è trovata ad affrontare una volta che Barbie è diventata un prodotto dal successo mondiale. Anche se non è automatico che una bambina si rispecchi in lei, è stato dimostrato che per tante giovanissime la perfezione della bambola sia stata fonte di un cattivo rapporto con il proprio corpo e di una peggiore percezione delle proprie possibilità perché non conformi al modello estetico considerato desiderabile. Ancora una volta però, Barbie è uno degli elementi che tendono a diffondere una determinata idea di donna, non è di certo l'unico.

Ci sono anche maschi che amano le Barbie e ci sono artisti, penso a Hector Quesada Damian, che ne creano pezzi unici da collezione.

Non mi stupisce. Tantissimi collezionisti di Barbie sono uomini, forse la maggior parte. Se la guardiamo semplicemente per quello che è, tralasciando tutto ciò che vuoi o non vuoi rappresenta, ci rendiamo subito conto di come sia un oggetto esteticamente molto gradevole, creato appositamente per essere piacevole da guardare e da toccare. Per sempre giovane, bellissima e imperturbabile, qualsiasi cosa le succeda intorno.

Che reazioni sta avendo il libro?

La casa editrice è soddisfatta e le recensioni che ha avuto finora mi hanno resa molto felice. Chi lo ha letto ha apprezzato la scorrevolezza del testo, è stato descritto come una disamina approfondita e originale del fenomeno Barbie a 360° e mi hanno suggerito di portarlo come case study nelle università per corsi di Marketing, Sociologia e Psicologia. Non potevo davvero augurarmi di più!

Link all'articolo di Mariano Sabatini: https://www.fattitaliani.it/2024/02/barbie-era-in-origine-una-prostituta.html?fbclid=IwAR3hTz2LvIAstTh-euiqMrztRD36HjVhzB9YGtrDM_V4qtm1XJeL__Ox1XM_aem_AaUNjOf_PdDDJ0JhizuxKyM3agdjDXdKNMIygrWfqtMtJt4b_zaXilJyOntebbldKWw&m=1