L’idea di un nuovo dizionario del Jazz (edito da Diarkos), nasce dall’esigenza di aggiornarsi all’uso e consumo di questa musica dei sensi.
La sua fruizione e conoscenza, infatti, sembra tornata alle origini, quando i fragili 78 giri suonati sui grammofoni consentivano di ascoltare un pezzo alla volta.
Cosi come oggi scegliersi un brano online, Jazz o di qualsiasi altro genere, quasi mai un intero album, diventa il medium più comodo.
Dall’esperto al neofita trionfano i singoli successi del passato e del presente che continuano a fare immensa, epocale, la musica nata da ex schiavi africani (il Jazz appunto) e ora diffusa in tutto il mondo.
Ma c’è un secondo importante paradosso: nonostante queste comode tecnologie, si assiste a un ritorno al vinile.
Il caro vecchio long playing, autentico fenomeno culturale e oggetto di culto ricercatissimo, in grado di racchiudere microcosmi sonori tra i solchi di venti minuti a facciata.