Hieronymus Bosch. L'artista e il Diavolo- Giornale Sentire
24 Ottobre 2025

Un saggio di Massimo Centini (ed. Diarkos) racconta la fortuna di questo grande pittore olandese

La fortuna di questo grande pittore olandese, non è venuta mai meno. Jheronimus Bosch è un enigma; infiniti critici sì sono spericolati nel  decifrarne la "scrittura".  Il mondo narrato dal magico pennello di Bosch fa tremare le vene dei polsi, ci terrorizza e solo la sua vena crudamente ironica può sospendere l'angoscia del cuore.

Ci  sono opere di Bosch che da sole meriterebbero un libro, tanto sono vaste e piene di suggestioni.
Massimo Centini compiendo un poderoso lavoro di ricerca, ci consegna invece un libro su una delle personalità più complesse della storia dell'arte:  Hieronymus Bosch, L'artista e il Diavolo (Ed. Diarkos).

Il lavoro del prof. Centini assomiglia al percorso di un uomo che si addentra nella foresta e deve farsi largo tra le fronde, liberando il sentiero anzitutto dai cliché che hanno ingabbiato la visione dell'artista per secoli: il pittore demoniaco,  adepto di Satana alla ricerca di risposte terrene ma intrappolato lui per primo nei suoi gironi bestiali. O magari preda di allucinazioni come conseguenza di un dolorosissimo fuoco di Sant'Antonio?

Centini spiega che Hieronymus Bosch fu  uno spirito profondamente calato nella realtà del suo tempo, dentro un' epoca che non era certo più facile della nostra. "Era un tempo travolto dalla lotta contro l'eresia, dalla stregoneria, dalle epidemie, con il clero attratto dal languore del potere terreno", scrive lo studioso.

Oggi non vi è ancora un'interpretazione univoca in grado di definire con precisione cosa l'artista intendesse descrivere con il suo linguaggio multiforme che brulicava di misteriosi esseri, creature che hanno affascinato gli uomini di ogni epoca. 
 
Le opere di Bosch in realtà non sono molte, spiega Centini. Sono  circa una ventina molte di più le copie che già in vita e subito dopo la sua morte circolavano tra i mercanti d'arte e che oggi impegnano gli studiosi in controverse attribuzioni. Sono opere ricche di dettagli, fantasticherie, persino dissacrante umorismo.

Ad osservarle emerge la mano di un uomo tormentato, che tolse o freni all' immaginazione e all' inconscio, una sorta di tubo di scappamento da una vita  tutt'altro che scatenata: fece infatti vita ritirata, amministrando le finanze della moglie benestante.

Col pennello in mano dava però corpo ai misteri del soprannaturale, alle leggi della putrefazione naturale, ad un sottobosco di esseri e sottoesseri a tratti inquietanti che anticipano il '900. Amato, adorato da schiere di artisti, trovò eco nell'arte dei Surrealisti che lo avevano eletto a loro emblema ed assunto quale nume tutelare.

Affiliato a qualche setta demoniaca, adepto di congreghe religiose ispirate alla rinascita di una perduta innocenza o pervaso da perversioni erotiche? Non lo sapremo mai. Bosch per noi è ancora un mistero sul quale merita continuare a tentare di far luce. Lo studio di Centini va in questa direzione.

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