Non un semplice libro - è pure imponente, oltre 800 pagine di grande formato, 17x24 cm - ma il primo di tre eccezionali volumi in cui è suddiviso un trattato storiografico monumentale. È il risultato di una lunga ricerca, una monografia preziosa sui combattimenti sulla linea e dietro il fronte appenninico centrosettentrionale pre-padano, alla fine del secondo conflitto mondiale nel territorio italiano, dalla tarda estate dell’ultimo anno di guerra alle settimane finali, nella primavera 1945. Un esperto di storia e di “quella” storia, Massimo Turchi, è l’autore meritevole del saggio Linea Gotica. L’attacco. Agosto-ottobre 1944. L’ultimo fronte di guerra in Italia: dai preparativi dell’offensiva alleata alla stasi invernale, per le Edizioni romagnole Diarkos (Santarcangelo RN, ottobre 2024, collana Storie, 816 pagine, con cartine e mappe nel testo).
Fuori discussione la competenza dell’ultra volenteroso ricercatore storico: nella prefazione, lo storico della resistenza Mirco Carrattieri - di “Liberation Route Europe”, itinerario culturale dei luoghi più significativi della guerra 1939-45 in Europa - fa presente che nessuno avrebbe potuto scrivere questo libro meglio di Massimo Turchi. Da oltre vent’anni osserva, percorre, studia i resti di quel fronte. Lo racconta da anni con passione e competenza, a tutti gli interessati, abitanti, studenti, turisti. Ha creato e presiede l’associazione “Linea Gotica-Officina della Memoria”, che cura un sito e un’app, e ha realizzato alcuni libri e tanti eventi. È anche guida ambientale escursionistica, segue progetti di sviluppo storico-culturale del territorio, ha proposto la metodologia didattica del “diorama vivente”, collabora con le scuole per le visite sui luoghi della memoria.
Massimo ha lavorato con tenacia e applicazione, cercando e consultando tutto il materiale disponibile, intervistando testimoni ed esperti, verificando i dati, mappando i sentieri.
Linea Gotica: l’ultimo fronte di guerra in Italia principale settore difensivo germanico nell’Europa meridionale e terzo nel vecchio continente del conflitto contro il nazismo, dopo quello orientale, dove i tedeschi subivano le offensive dell’Armata Rossa, e l’occidentale, dov’erano impegnati gli angloamericani. A differenza tuttavia degli altri due teatri di guerra, quello italiano insisteva in un territorio relativamente limitato e stabilizzato in Toscana-Emilia romana per ben otto mesi, dalla fine dell’agosto 1944 alla metà dell’aprile 1945.
Questo primo tomo della trilogia è innanzitutto una cronaca dettagliata degli eventi sulla linea Gotica. Altro protagonista e oggetto della ricerca è quel territorio stesso, investito a lungo e in profondità da una guerra totale: bombardamenti alleati, stragi naziste, attività di guerriglia partigiana, rastrellamenti e repressione anti “banditi” nelle retrovie, trasferimenti forzati della popolazione, rarefazione di ogni risorsa. Vide coinvolti i civili, vittime collaterali delle attività militari e ostaggi di una guerra civile fratricida.
La Gotica è una molteplicità di territori attraversati, dal Mar Tirreno all’Adriatico: la costa versiliana, le Apuane, gli Appennini centrali fino al litorale romagnolo, in un sistema idrografico complesso, Arno e Tevere a sud, il Po a nord e in una larga fascia segnata da percorsi di attraversamento e zone di retrovia del fronte. Per Turchi, “non è solo una linea, ma mille altre”, con fatti, vicende e tempi anche molto diversi, tra l’Ovest tirrenico, dove operava la Quinta armata americana e l’Est che vedeva in azione l’Ottava britannica, ma anche dentro le singole province. Alcuni paesi si sono visti liberare già nell’estate 1944, altri, poco distanti, hanno dovuto aspettare l’aprile 1945. E poi zone libere, zone liberate, zone franche, terre di nessuno.
Nei due eserciti, si sono contrapposti militari di trentotto nazionalità e di tutti i continenti, compresi i Brasiliani a Barga e Montese, i Sudafricani sulla Porrettana, Canadesi e Greci a Rimini, Polacchi sul Senio, afro e nippoamericani, Maori, ebrei palestinesi. Combattevano anche gli Italiani: oltre ai partigiani, i regolari dei Gruppi di Combattimento riorganizzati nel Meridione, finalmente armati ed equipaggiati dagli angloamericani e cobelligeranti al fianco degli Alleati, sulla direttrice Marche-Romagna-Bologna. Nel fronte opposto, reparti della Repubblica mussolinana di Salò erano impegnati sull’Appennino tirrenico, dalla parte dei Tedeschi.
Turchi spiega che il libro parte da lontano, dal 2002, dal convegno a Fanano (Modena) sulla battaglia dei monti della Riva (Riva Ridge), al quale vennero invitati reduci americani, tedeschi e partigiani. Dall’iniziativa nacque il progetto didattico “Storie di persone coinvolte nella guerra sulla linea Gotica”, con interviste a chi l’aveva vissuta, da cui è nata nel 2009 l’Associazione Linea Gotica-Officina della Memoria. Il primo volume segue tre fasi dell’offensiva: i preparativi, l’avanzata dell’Ottava armata britannici dalle sponde del Metauro a Rimini; gli eventi negli Appennini centrali; le operazioni sul versante montano tirrenico. In appendice viene proposto l’elenco delle unità militari, senza dubbio impegnativo da redigere, per quanto debba risultare solo orientativo, perché nel corso della campagna molte unità vennero riorganizzate, aggregate, riassegnate o ristrutturate anche per via delle alte perdite. Si pensi all’impiego del nuovo esercito italiano: il Corpo Italiano di Liberazione venne ritirato a fine agosto 1944, per tornare a marzo 1945 riorganizzato nei Gruppi di Combattimento. Sempre in primavera, sulla linea arrivarono la Brigata ebraica, la III da montagna greca e le due nippoamericane, mentre partirono le divisioni canadesi. Le unità corazzate, sia britanniche che americane, venivano assegnate di volta in volta a divisioni, reggimenti o battaglioni, in base alle necessità strategiche.
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