Tsd ha il piacere oggi di ospitare nel suo salottino Maurizio Roccato, autore del libro “I criminali del medioevo. Mille anni di cronaca nera tra santi, briganti, eretici e assassini”. A voi l’intervista che ci ha gentilmente concesso.
Maurizio Roccato, di nascita vercellese, è laureato in lettere presso l’Università degli Studi di Torino con una tesi in antropologia criminale. È relatore di conferenze, curatore di esposizioni internazionali ed è anche autore di romanzi thriller e saggi a tema storico e criminologico, alcuni dei quali vincitori di riconoscimenti a livello nazionale.
Come è nata l’idea di scrivere un saggio su un argomento così particolare?
Non è il primo lavoro che pubblico a tema storico-criminologico. Mi sono laureato parecchi anni fa con una tesi in antropologia criminale, da allora la passione per la materia e le vicende che la riguardano mi ha portato ad approfondire questo tipo di argomenti.
Nello specifico è stata soprattutto la necessità di fare chiarezza sugli eventi delittuosi di un’epoca generalmente poco conosciuta e comunque quasi sempre molto fraintesa. Opere letterarie e cinematografiche, infatti, hanno spesso passato messaggi inesatti e spettacolarizzato la crudeltà del medioevo, secoli che, indubbiamente, sono stati violenti, ma proprio per questo hanno visto la reazione delle autorità secolari ed ecclesiastiche e l’istituzione dei primi tribunali e strutture legali volte ad affrontare crimini e criminali. Senza dimenticare le conseguenze sociali di tali fenomeni, per certi versi distanti, ma allo stesso tempo molto simili a quelle odierne.
Indubbiamente alla base del suo lavoro di scrittura c’è una ricerca di archivio meticolosa e importante. È stato molto difficile reperire notizie?
Purtroppo parliamo di un’epoca che ha patito parecchie dispersioni delle fonti documentali: guerre, depredazioni, incendi e scarsa cura hanno causato il danneggiamento o la distruzione di interi archivi. A questo si aggiunge una rendicontazione degli accadimenti non sempre organica e strutturata, spesso svolta da cronisti che gestivano i documenti come fossero proprietà personale e che, in molti casi, redigevano senza nessuna supervisione o verifica.
Reperire informazioni affidabili è però fondamentale per ricostruire i fatti nel modo più accurato. Mi sono affidato a testi pubblicati da storici e università, in special modo quelle dove esistono corsi e biblioteche dedicate a questi argomenti. La ricerca, però, non termina con la consultazione di un unico volume o articolo accademico su un determinato personaggio o evento, ma prosegue con l’incrocio delle informazioni con altre fonti per verificare l’attendibilità dei contenuti, fosse anche solo per avere la certezza di una data.
Credo che la precisione sia fondamentale, anche perché dalla somma delle singole notizie deriva la conoscenza di un’intera epoca.
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