Salvatore Malfitano: “Il Napoli ha tutto per vincere anche il prossimo anno, vi spiego perché! Un’emozione raccontare i trionfi di Maradona” - Il Napoli Online
17 Giugno 2025

Salvatore Malfitano, giornalista de La Gazzetta dello Sport, ha rilasciato un’intervista esclusiva ai microfoni de ilnapolionline.com per commentare l’uscita del suo nuovo libro, La storia del Napoli. Dalle origini al trionfo del quarto scudetto: cent’anni colorati d’azzurro.

Come nasce l’idea di realizzare il libro?

“L’idea nasce dall’esigenza della casa editrice, Diarkos, di colmare un buco nel catalogo relativo alla collana del racconto delle grandi squadre del nostro campionato. Mancava proprio quello relativo al Napoli: approfittando del fatto che quando è stato deciso di realizzare il libro gli azzurri fossero primi in classifica, abbiamo cominciato il lavoro dopo lo 0-3 di Firenze, confidando di poter legare tutto il racconto alla conquista dello scudetto come poi fortunatamente si è verificato. Si è voluto così completare il racconto, da parte dell’editore, della storia delle big del calcio italiano”.

 

Numerose sono le pagine dedicate al Napoli. L’avvenimento dei colori azzurri che ricordi ancora con piacere.

“Il momento più bello che abbia mai vissuto è stato quello della vittoria del terzo scudetto, più del quarto. Mentre l’ultimo è stato sentito da un punto di vista sportivo perché la contesa è stata in bilico fino alla fine, il terzo ha regalato un colpo d’occhio a mio avviso assai più emozionante dal momento che la città ha avuto molti mesi di tempo per prepararsi al grande appuntamento e festeggiare dopo una lunga volata mai stata in discussione. Ciò ha fatto sì che tutta Napoli si sia vestita a festa, d’azzurro, celebrando i propri beniamini attraverso numerose gigantografie. E’ stato molto entusiasmante. Quanto al libro, è stato per me particolarmente emozionante raccontare il Napoli dei primi due scudetti perché – per quanti appartengono alla mia generazione – quei trionfi sono stati a lungo tramandati e raccontati con le videocassette. Erano racconti magici, intrisi di leggenda. Raccontare questi fatti, a distanza di tempo e per chi avrà la voglia e la pazienza di leggere questo libro, è stato per me gratificante”.

A differenza di due anni fa, dopo la conquista dello Scudetto l’obiettivo del club è quello di rafforzarsi ulteriormente. Dopo la conferma di Conte in panchina, è arrivato De Bruyne.

“Io credo che il Napoli si sia mosso da grande squadra, riuscendo a confermare l’allenatore nonostante il forte rischio di perderlo perché talvolta il modo di fare del presidente De Laurentiis non è sempre conforme al modo di lavorare del tecnico, quale che esso sia, in particolare uno come Conte che vuole avere sempre l’ultima parola su molte questioni tecniche. Confermarlo è stata una grande mossa, così come è stato un grande colpo quello di De Bruyne. Non sarà quello degli ultimi quattro o cinque anni, ma può dare ancora tantissimo. Io non credo che la Serie A sia inferiore per ritmi alla Premier League, come dimostra l’ultima finale di Champions in cui c’era una squadra italiana (Inter, ndr) e non una inglese. Credo che De Bruyne sarà in grado di fare tantissimo nel nostro campionato e ciò lascia supporre che il Napoli possa utilizzare questa carta per convincere anche altri grandi campioni: mi aspetto un mercato che, da questo punto di vista, possa regalare delle sorprese e delle soddisfazioni impensabili”.

In attacco chi affiancherà Lukaku?

“Io continuo a credere che al fianco del belga ci saranno senz’altro Politano e Neres, ancora centrali nel progetto di Conte, ma credo anche che il Napoli, se si guarda all’ultima parte della stagione, debba al più presto dotarsi di un esterno offensivo. Si parla tanto della suggestione Grealish, che potrebbe essere svenduto dal Manchester City con gli azzurri che, dopo De Bruyne, potrebbero ancora attingere dai Citizens nonostante le difficoltà economiche dell’operazione. Se arrivasse però un calciatore di talento, già affermato ed abituato a gestire gli impegni internazionali – come Zhegrova del Lille, seguito sia da Manna che da Conte – farebbe sicuramente al caso del Napoli”.

Gli azzurri potranno dire la loro anche in Europa?

“Sì, pur partendo con un gap notevole rispetto alle grandi d’Europa che dispongono nelle proprie rose di campioni in ogni ruolo. Il Napoli non dispone dei fuoriclasse assoluti di Real Madrid, Barcellona, Liverpool o Psg, ma basa storicamente la propria forza sul collettivo piuttosto che sull’exploit dei singoli. Non tanto nella fase iniziale quanto in quella eliminatoria, può fare la differenza avere o meno in rosa calciatori di questo tipo. Oggi c’è De Bruyne, ma ha 34 anni e deve adattarsi al calcio italiano. Andrà verificata l’evoluzione di alcune dinamiche, ma se il Napoli riuscisse ad aggiungere all’organico calciatori di questo calibro, impostando tale strategia di mercato per il futuro, si potrebbe fare un passo in avanti. Ad oggi io sostengo che il Napoli parta un po’ più indietro rispetto a tante altre squadre”.

La prossima Serie A, visti i tanti cambi in panchina, si preannuncia ricca di sorprese. C’è qualche squadra in grado di insidiare il Napoli? 

“Il Napoli parte con tutti i gradi di squadra favorita per vincere lo scudetto anche il prossimo anno: ad oggi non vi sono altre squadre che hanno un progetto tecnico così ‘rassicurante’ come quello azzurro, avendo confermato allenatore, direttore sportivo e gran parte della rosa, soprattutto negli elementi più importanti. La squadra di Conte è quindi attrezzata per proseguire sulla scia di quest’anno a differenza delle altre big che sembrano tanti cantieri in costruzione e devono ancora capire come muoversi. Milan, Inter, Roma, Atalanta hanno cambiato tecnico e solo la Lazio potrebbe non risentirne. Il Napoli può quindi contare su un importante vantaggio e, per fare un salto di qualità, sarebbe auspicabile che l’ambiente riconosca che la squadra è favorita in modo da respirare una mentalità vincente”.

Per Inter e Juventus quanto potrà pesare il nuovo Mondiale per Club in prospettiva futura, al termine di una stagione logorante?

“Il Mondiale per Club per Inter e Juventus può avere un peso notevole: oltre ad essere la prima edizione, le squadre non sono predisposte a questo tipo di impegno né a giocare circa 60 partite in una stagione come nel caso dei nerazzurri. Questo fattore può fare la differenza anche in ottica futura quando i campionati partiranno in ritardo ed ai club partecipanti dovrà essere data la possibilità di un adeguato recupero”.


Intervista a cura di Riccardo Cerino

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