Cari medievaleggianti, il libro che andremo a recensire per voi oggi tratta un tema che, per chi studia storia, è molto spesso lasciato ai margini. L’opera di Vitale, edita da Diarkos nel 2023, ci offre una panoramica completa e significativa della filosofia medievale. Essa, come tanti altri argomenti che a volte lasciamo in soffitta, è stata importantissima se consideriamo che ha plasmato la nostra cultura europea. A volte dimentichiamo che la storia non è composta solo da grandi avvenimenti, ma anche e soprattutto dalle correnti e dai grandi pensatori che hanno plasmato il nostro sostrato culturale.
Certo non possiamo dire che il nostro sapere nasce e si sviluppa dal Medioevo, perché come sappiamo le origini della nostra cultura si perdono tra il Medio Oriente e la Grecia antica. Possiamo però affermare, senza ombra di dubbio, che i pensatori medievali abbiano contribuito fortemente a plasmare e rielaborare quanto ipotizzato dai loro predecessori. La loro reinterpretazione dei classici sarà dominante per tutto il Millennio, e anche dopo.
Il merito di quest’opera sta proprio nell’analisi del tema e nella panoramica che offre dello stesso. Ottimo l’incipit grazie alla Prefazione di Mariangela Ielo, docente e ricercatore all’Università Nazionale e Capodistriaca di Atene, e all’intervista al Professore del Warburg Institute di Londra Donato Verardi, che insieme iniziano il lettore alle problematiche della filosofia medievale e lo spingono a riflettere su eventuali altri punti di vista che è possibile adottare per non sottovalutare l’argomento.
Altra novità, rispetto ai saggi classici, è la scelta di utilizzare lo storytelling per far presentare i filosofi. Abelardo, Averroè, Pietro d’Abano, Tommaso d’Aquino, Ruggero Bacone, Duns Scoto, Guglielmo di Ockham si presentano da soli. Questo espediente letterario rende la lettura, soprattutto per chi non è ferrato sul tema, più scorrevole e meno pesante. L’ho trovata una scelta interessante e anche lungimirante, considerando il tema del libro. Vitale ha indovinato il modo di farsi leggere da più tipologie di lettori, abbracciando anche una fascia più giovane.
Oltre alla scelta narrativa, ho apprezzato anche lo stile di scrittura: lineare, non pomposo e scorrevole. Scelta chiave se si vuole rendere un libro divulgativo e non solo per addetti ai lavori. E l’ho apprezzata particolarmente considerando che si parla di filosofia medievale, un tema bistrattato e che viene spesso visto come noioso. Non lo è, ovviamente, ma è difficile far passare il messaggio. L’impostazione di Vitale potrebbe essere la chiave di volta per spostare la filosofia medievale dallo scaffale degli argomenti che non approfondirò mai a quello del “certo che però è interessante”.
Altro punto a favore per Filosofia medievale. Storie, opere, concetti sono gli ultimi due interventi del Dott. Marco Palladino: La mistica di Meister Eckhart e Il Giappone medievale, il Sōtō Zen di Dōgen. Ottimo inizio per addentrarsi in culture che non mettono l’Occidente al centro del mondo: esiste anche altro e per approfondirlo possiamo partire da questi due interventi.
A questo punto non mi resta che augurarvi una buona lettura e noi ci vediamo alla prossima recensione!
Martina Corona