Non è semplice né immediato scrivere, raccontare di un personaggio importante e per alcuni aspetti scomodo. Il rischio di mitizzare o al contrario demitizzare è alto e si potrebbe cadere in cliché letti, visti e ripetuti all’infinito. La vita della regina forse più famosa e chiacchierata della Storia è passata al vaglio ripetute volte, spesso il giudizio personale ha in un certo qual modo inficiato la veridicità degli eventi. È risaputo: Maria Antonietta o si ama o si odia, non esistono mezze misure.
In cosa si differenzia la biografia di uno dei più importanti autori del Novecento riproposta in una nuova e accurata traduzione dalla casa editrice Diarkos? Stefan Zweig, autore austriaco di rinomata fama, con la sua prima pubblicazione del 1932, restituì al mondo letterario una donna viva, reale nella sua complessità, umana nei suoi difetti, nei suoi vizi e nelle sue virtù (qualcosa di positivo lo avrà anche avuto…), allontanandola, attraverso un giudizio obiettivo, dallo stereotipo che vuole la consorte del delfino di Francia esclusivamente come ragazza frivola, menefreghista e arrivista che fu unica causa, a detta di molti, dello scoppio della Rivoluzione.
Zweig, in veste di storico preparato e meticoloso, spoglia, metaforicamente parlando, l’Autrichienne (questo il soprannome beffardo e malevolo che le fu attribuito) e analizza la figura di Maria Antonietta evidenziando soprattutto l’aspetto emotivo e psico/cognitivo della ragazza prima e della donna/Regina dopo. Riesce magistralmente in questo arduo lavoro affidandosi allo studio di documenti, diari, testi autentici aborrendo da leggende, dicerie varie e pamphlet satirici volti esclusivamente a ledere la figura di Maria Antonietta.
Ogni capitolo di questa interessante e istruttiva biografia è dedicato a un particolare episodio che ha caratterizzato la vita della regina -la relazione con il conte Hans Axel di Fersen o la celeberrima truffa della collana, giusto per citarne alcuni-. La penna dell’autore copre un arco temporale che parte dall’infanzia della giovane donna fino ad arrivare al tragico epilogo in cui il lettore si ritrova al cospetto non più di una capricciosa regina ma di una eroina disperata e probabilmente rassegnata al suo destino.
Ogni dettaglio, vicenda, avvenimento è riportato con estrema attenzione alle minuzie; non crediate che questo aspetto della scrittura di Zweig possa rischiare di annoiare, la capacità affabulatoria dello scrittore è da ricercarsi in questo: narrare senza in alcun modo appesantire la lettura adottando uno stile narrativo limpido, pulito, scorrevole e regalando al lettore, sicuramente avvinto, alcuni passaggi improntati alla liricità del suo tempo. Lessemi consoni al periodo storico in cui fu elaborato il testo, descrizioni particolareggiate, obiettività, attenzione ai dettagli, fanno della biografia di Stefan Zweig forse una delle migliori che si possano leggere.
Ottima traduzione priva di refusi o forestierismi che a volte, involontariamente, possono sfuggire all’attenzione.
Per quanto riguarda la biografia, nulla da aggiungere a quanto già detto: Zweig ha sviscerato la vita pubblica e privata della regina con intelligenza, competenza e maestria restituendo una donna senza qualità particolari, un essere umano comune costretto suo malgrado dagli eventi a lasciare un segno tangibile nell’ampio panorama storico.