Ndrangheta, Cosa Nostra, Camorra. Tutte le principali mafie italiane si sono date appuntamento a Berlino per la caduta del muro. Un periodo di transazione economica che ha favorito e ampliato l'insediamento dei vari clan in territorio tedesco, dove tuttora investono in modo massiccio i capitali di origine criminale in imprese legali, alterando le leggi del libero mercato. Soldi della droga, soprattutto, che vengono riciclati attraverso bar, ristoranti, negozi, imprese edili e concessionarie. Attività commerciali che servono anche, con la loro attività, a incrementare la prosperità delle mafie, ad essere utilizzate come copertura per il traffico internazionale dello stupefacente, proveniente soprattutto dall'Olanda, e come rifugio per i latitanti. Il capoclan “aprì negozi e capannoni in Germania un momento prima dell'apertura della frontiera con la DDR. Dopo il crollo del muro di Berlino si lanciò sui mercati della Germania Est, avendo come base la stessa Berlino”, ha dichiarato un pentito. Le mafie erano già presenti sul territorio tedesco, ma hanno approfittato delle macerie del muro per ampliare i loro interessi e diventare oggi una presenza forte e diffusa, soprattutto per quanto riguarda la 'ndrangheta. A rendere più difficile il contrasto alla criminalità organizzata vi è una legislazione che non prevede il reato di associazione mafiosa e pone ostacoli per quanto riguarda il sequestro dei beni. Le spinte verso un cambiamento ci sono, come dimostra la risoluzione dell'Onu approvata a Vienna a ottobre 2018, ma per far fronte a questo fenomeno occorre prima di tutto che la società civile, anche tedesca, ne comprenda tutta la sua gravità. L’inchiesta alla base del libro nasce dalla vincita di un bando del Journalisfund che gestisce progetti di giornalismo investigativo cross boarders.