Il volto nascosto dell’immigrazione. “Così i clandestini mantengono vivo il sistema Europa”
20 Settembre 2023

Il fenomeno dell’immigrazione clandestina è ormai da settimane un tema centrale nell’agenda politica italiana ed Europea. La voce dei cittadini, a partire dagli abitanti di Lampedusa, si alza e chiede una soluzione all’aumento di sbarchi sulle coste italiane. Si pensa a livello europeo a una redistribuzione di chi arriva nel nostro Paese. Ma il flusso di persone che arrivano in Italia è un fenomeno economico che fa il paio con quello degli italiani che invece partono alla ricerca di stipendi più alti. La questione è ben esemplificata dalla domanda di un ascoltatore rivolta a Francesco Borgonovo durante “Punto e Accapo“: “Per quale motivo noi dobbiamo tenerci tutti e poi dobbiamo assistere a 4.000 infermieri che se ne vanno in Svizzera perché gli stipendi sono più alti? E noi invece ce ne stiamo qui a stipendi bassi. Cosa c’entra l’immigrazione con tutto questo?”

Ci sono interi settori economici che pensano all’immigrazione come un fenomeno utile a mantenere asset su cui si basa il mercato europeo, come spiega Gabellini, ospite di Borgonovo, “L’immigrazione, già lo diceva Marx, è un modo per mantenere viva la pressione sui salari. Questo serbatoio di mano d’opera, di riserva che continua a fluire verso i Paesi industrializzati esercita una concorrenza rispetto agli autoctoni. Questo meccanismo è chiarissimo e ci sono dei settori economici che neanche troppo velatamente ambiscono a espandere il più possibile questo fenomeno per aggiudicarsi una mano d’opera a basso costo che mantenga basso il costo del lavoro. Per mantenere vivo quel sistema economico basato sulle esportazioni a cui l’Italia e tutta l’Europa si è conformata a partire dal 1992, con l’entrata in vigore del trattato di Maastricht, quando si è assistito a una germanizzazione del vecchio continente che ha portato l’Italia ad essere da concorrente della Germania. In un sistema che si fonda sulle esportazioni il vantaggio risiede in tre aspetti, il basso costo della mano d’opera chiaramente, che poi quindi permette alla merce finale di mantenere relativamente basso il suo costo finale; approvvigionamenti di energia a basso costo e di materie prime a basso costo che fino a ieri erano garantiti dalla Russia e adesso non lo sono più; la strutturale sottovalutazione dell’Euro rispetto alle caratteristiche dell’economia tedesca.

Intervista al link: https://www.radioradio.it/2023/09/energia-clandestini-salari-frontiere/