Il ciclismo e i campioni che l’hanno fatto grande: intervista a Beppe Conti per Agora Vox
12 Gennaio 2022

Intervista ad un grande storico dello sport. Beppe Conti si concede ai nostri microfoni. Dal suo ultimo libro sul Ciclismo ai campioni che l'hanno fatto grande, passando per la piaga doping. E nel finale ci regala pure uno scoop! Ecco quanto dichiaratoci...

Di cosa tratta il suo ultimo libro CICLISMO – STORIE SEGRETE (edito da Diarkos)?

Storie segrete, come dice il sottotitolo, parla di retroscena, tradimenti, accordi proibiti fra i campioni del passato e dei giorni nostri verificatisi nel corso delle grandi corse. Partendo dal fatto che il ciclismo è sport ma anche mestiere e che in gara ci sono uomini con le loro debolezze e le loro differenti visioni della vita.

Chi sono i personaggi a cui lei dà spazio?

Direi tutti i più grandi, da Binda a Coppi, da Bartali a Magni e gli altri di quell'epoca gloriosa. E poi Gimondi e Merckx, Moser e Saronni, Chiappucci e Bugno, Cipollini, Pantani e Armstrong.... sino a Nibali.

Lei è probabilmente lo storico del ciclismo più esperto d'Italia, oserei dire un'enciclopedia vivente, e non lo dico certo per piaggeria. Allora ne approfitto per chiederle qualcosa sulla storia di questo meraviglioso sport. Inizierei dal Tour de France 1948, in cui forse si realizzò la più grande impresa nella storia dello sport italiano: dopo 12 tappe Gino Bartali accusa 20' di gap da Luis Bobet, poi Ginettaccio trionfa sull'Izoard rifilando distacchi abissali alla concorrenza, portandosi in classifica generale al ridosso dal francese, riuscendolo a sopravanzare il giorno dopo. Cosa accadde in quella tappa esattamente? E perchè Bartali era stato autore di un inizio di Tour disastroso? Ci parli un po' di quel Tour...

Grazie per i complimenti. Non vorrei sembrarle di parte ma il Tour '48 fu certo grande per la nazionale italiana, in quanto vincemmo 11 tappe su 21, quasi la metà. E Bartali a 34 anni dominò la scena. Però bisogna tener conto che Bobet era giovane ed inesperto e che solo 5 anni dopo avrebbe vinto il primo Tour. Quella corsa venne resa celebre anche dall'attentato a Togliatti e da Bartali che doveva vincere per distrarre gli italiani. Tante inesattezze sono state scritte sull'argomento e sarebbe lungo parlarne. Io però penso che l'impresa più grande resti la Cuneo-Pinerolo di Coppi al Giro d'Italia '49 e quel suo Tour dello stesso anno quando recuperò un'ora alla maglia gialla Marinelli. Nel '49 fra Giro e Tour c'erano 18 giorni, Coppi li vinse entrambi per la prima volta, realizzando un'impresa che addirittura i medici ritenevano non fosse possibile.

Un altro Tour spettacolare fu quello del 1958, che diede vita ad una sfida entusiasmante fra Vito Favero e Charly Gaul: se non ricordo male l'italiano inizialmente riuscì ad accumulare oltre 10' di vantaggio sul lussemburghese grazie ad una fuga bidone... Quindi a cronometro l'"angelo della montagna" era riuscito a riportarsi sotto. Ma le sorprese non erano ancora finite...

Fu spettacolare il Tour '58 ma non riguardava solo Favero e Gaul. Se i francesi non avessero tradito Geminiani forse l'avrebbe vinto lui. E furono ancor più spettacolari altri sfide in quegli anni, il '56, il '60. Più noiosi i primi di Anquetil, '61, '62, '63 per la superiorità del francese nelle crono.

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