In libreria il nuovo libro di Pino Casamassima su Fabrizio de André su Garda Post
17 Settembre 2021

ALESSANDRIA - Sabato 18 settembre il giornalista e scrittore gardesano Pino Casamassima presenta ad Alessandria, in anteprima nazionale, il suo libro dedicato al grande cantautore genovese Fabrizio de André.

Sabato 18 settembre, ore 17:30, nella suggestiva location di Palazzo Ghilini, ad Alessandria, l’autore Pino Casamassima – giornalista professionista, scrittore, autore televisivo e teatrale – presenterà in anteprima nazionale il suo ultimo libro dedicato al cantautore genovese, «De André – Vita poetica di un’anima salva», edito da Diarkos.

La presentazione è promossa da CulturAle Costruire Insieme, azienda culturale della Città di Alessandria. Casamassima dialogherà con Cristina Antoni, capoufficio stampa della Provincia e Presidente di CulturAle Costruire Insieme.  Oltre all’incontro con l’autore è in programma un recital del Trio Stream Of, fra letture e musiche per ricordare l’opera di Faber.

 
Si accede con green pass. Per prenotare inviare una mail a serviziomusei@asmcostruireinsieme.it.
 

E’ la seconda volta che Casamassima si occupa di Faber. Nel 2001 diede alle stampe «Fabrizio de André. La vita, le canzoni, le immagini». «Fra questi due libri – spiega l’autore – passano 20 anni: cioè 20 anni in cui è cambiata la mia scrittura, il mio modo di approcciare gli argomenti e trattarli, la mia stessa visione del mondo. Due libri insomma autonomi, indipendenti l’uno dall’altro: quello di 20 anni fa più rigorosamente biografico, il secondo più analitico, introspettivo. Non a caso, quando mi è stato chiesta la riedizione di De André – dopo essermi preso un giorno di pausa – ho detto di sì, a patto di riscrivere completamente il testo. E così è stato».

Il libro ripercorre la vita di Fabrizio De Andre attraverso le sue opere, la poetica di un cantautore ormai da molti considerata alla stregua di un padre della letteratura.

Scrive Casamassima: «(…) Le sue canzoni, raccontando gli “emarginati”, aprono scenari di libertà – idee nuove, sogni, fantasie – slegati da qualsiasi gerarchia. In buona sostanza, tutti potrebbero (dovrebbero) essere sé stessi, senza mascherarsi da personaggi a loro stessi alieni, ma omologati al plafond culturale preteso dalla società di cui fanno parte. Il canto sciamanico di Faber è su questo che si muove. Alle ipocrisie della maggioranza che delega al potere la sua stessa vita, Faber ha sempre contrapposto “l’innocenza” delle minoranze, volte come sono ad «Assomigliare al loro desiderio» in una dimensione filosofica quasi nietzschiana.

Minoranze composte da figure marginali e marginalizzate, fuori dalla società, se non addirittura dalla legge. Individui ricchi solo di un’eredità per diseredati – per dirla con Fernanda Pivano – costretti a uscire dalla legalità per autodifesa, spesso per poco, mentre, per molto, c’era chi si arricchiva da disonesto, ma contiguo al potere e per questo dal potere protetto. Emarginati – spesso per la loro etnia, il loro credo, le loro idee – che lo attiravano perché nelle loro storie c’era più vita e poesia che altrove, costretti come erano a un percorso di continuo miglioramento e di introspezione e, quindi, a narrare. Anime salve perché confinate nella solitudine. Per scelta. O per destino. (…)».

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